Un’idea per il Cenone di San Silvestro: salatini trasformati in oracoli

December 15, 2015
in Category: Pasta&food
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Un’idea per il Cenone di San Silvestro: salatini trasformati in oracoli

Un’idea per il Cenone di San Silvestro: salatini trasformati in oracoli

Mi interessa molto il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita. (Anonimo)

Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo (Alan Kay)

Da piccola facevo un gioco abbastanza sciocco per cercare di tenere a bada le mie ansie da bambina e il caos del mondo che già intravedevo. Interrogavo gli oggetti, sfidavo la sorte, e tutto per cercare di entrare in sintonia con l’universo. Tipo: “Se riesco a saltare quel muretto mi va bene l’interrogazione. Se quel baccello che sto sgranando contiene più di 4 piselli mia madre mi permette di uscire con le mie amiche”. Se…se…se… E via così con decine di interrogazioni scaramantiche legate, in altre occasioni, anche ad abilità fisiche (salire scendere le scale senza toccare gli scalini pari)  per cercare un modo barbaro e poco costruttivo che, dandomi risposte, mi potesse rassicurare dall’incertezza del domani.

Affrontare un anno nuovo è un po’ come trovarsi davanti a un baccello di piselli gigante, all’interno ci sono tanti frutti ma ovviamente non se ne conoscono le qualità: nuove avventure, giorni faticosi, improvvise sventure, colpi di fortuna caduti dal cielo…

Un’idea buffa per la cena dell’ultimo dell’anno è proprio utilizzare questo gioco che facevo quando sgranavo i piselli. Si preparano tantissimi piccoli salatini di pasta sfoglia tutti uguali che non facciano nemmeno immaginare il loro ripieno. Ogni invitato alla cena di San Silvestro si può sbizzarrire facendo scommesse per ogni salatino che porta alla bocca. Ovviamente vanno preparati prima con ripieni di tutti i tipi, salati, dolci, disgustosi, equilibrati, pesanti, deliziosi… Si fa una domanda e poi si prende un salatino. Se è buono la risposta è positiva, se è cattivo è negativa. Si accettano anche altre interpretazioni più personalizzate. 

Sarà comunque spassoso vedere i vostri commensali, uno dopo l’altro, a turno, interrogare i “salatini” trasformati in una sorta di oracoli. La risposta sarà quasi sempre netta e definitiva perché in cucina, è vero, esistono sì le sfumature o gli accostamenti concettuali, ma a vincere è la verità, l’autenticità: o un cibo piace o non piace. I compromessi hanno vita breve. Buon anno e, mi raccomando, scegliete quello giusto.

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