Polpette della miseria contro polpette “fighette”

March 9, 2016
in Category: Pasta&food
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Polpette della miseria contro polpette “fighette”

Polpette della miseria contro polpette “fighette”

Polpettine della miseria contro polpette “fighette”. Chi vincerà? Nessuna gara, solo un gioco casalingo con due concorrenti speciali: le mie figlie, solitamente affamate dopo un pomeriggio di studio e sport, ma soprattutto palati discretamente esigenti. Le ho abituate ad assaggiare il cibo, sempre, apprezzando anche le novità. Beh, stasera ho preparato loro due tipi diversi di polpette. La prima chiamata da mia madre “polpetta della miseria”, forse in modo non del tutto corretto perché più che una polpetta è una crocchetta di patata un po’ rivisitata. Ma trent’anni fa le crocchette non andavano di moda e tutto quello che era amalgamato insieme di forma rotonda si chiamava polpetta. Perché della miseria? Visto che non era prevista la presenza di carne all’interno, come nelle normali polpette, era considerata la variante di chi non aveva i soldi per permettersi un po’ di macinato e doveva accontentarsi di quello che aveva in casa. Quando mia madre le faceva per noi bambine era una festa perché, quasi tutti i giorni ci rifilava la fettina o, peggio ancora, il fegato che secondo lei faceva tanto bene, ma noi la carne non è mai piaciuta, mentre le patate erano così simpatiche. E così ieri sera le ho preparate anche alle mie figlie. Ho preso le patate, le ho lessate (rigorosamente con la buccia), poi le ho spelate e passate nel passatutto. Ho pestato del prezzemolo, l’ho aggiunto alla purea di patate, insieme a un pugno abbondante di parmigiano, un cucchiaio di pecorino, un uovo, sale e noce moscata. Le ho dato una forma allungata, girate nel pangrattato, infornate in una pirofila rivestita di carta da forno e ho aggiunto un po’ di olio.

Per le polpette dell’armonia invece ho usato ricotta, tonno, tantissimo zenzero grattato (wahooo che buono), un uovo (solo il rosso), un po’ di parmigiano, sale e pepe. Impanate, le ho infornate nella stessa pirofila insieme alle “nemiche”.

Chi ha vinto? Devo dire la verità: non lo so, perchè sono finite tutte. Sia quelle della miseria, ribattezzate da mia figlia, de’ purett (dei poveretti), che quelle un po’ più fighette, da cena “finger food”. Dopo aver fatto finta di giocare: “questa è più buona, questa insomma, questa ha qualcosa che non va, no, ma sentiamo anche quest’altra che sembra buonissima”, e via dicendo…a me ne hanno lasciata due: una di un tipo e una di un altro. Basta, è l’ultima volta che organizzo una gara culinaria in casa mia.

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