In Romagna si può assaggiare l’olio più buono del mondo

November 3, 2017
in Category: Pasta&food
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In Romagna si può assaggiare l’olio più buono del mondo

In Romagna si può assaggiare l’olio più buono del mondo

C’è un posto in Romagna dove poter assaggiare l’olio extravergine di oliva più buono del mondo. Ma, badate, non è un modo di dire… si tratta proprio del condimento migliore che esista sul globo terrestre. E’ umbro, nobile ed èil sapiente sposalizio di olive moraiole (80%), leccino e frantoio. Non a caso è stato chiamato “Messer Francesco 1640”. Nel concorso internazionale “Olivinus 2017″ che si è svolto recentemente a Buenos Aires, su 17 Paesi partecipanti e oltre 600 oli selezionati da tutto il mondo ha stravinto aggiudicandosi tutti i premi: il Gran Prestigio Oro, il Mejor Diseño (nome, logo, etichetta, marchio aziendale e astucci regalo) e Campeones Top.
Ma dove assaggiare questa strabiliante quintessenza del gusto, concentrato di sole, terreno e sapienza nel lavorarlo? All'”Alto e Savio”, ristorante di San Piero in Bagno gestito da Alessandro Bravaccini dove, appena arrivano le pregiate bottiglie, ai clienti verrà servito con un po’ di pane toscano. Una piccola degustazione per assaggiare l’olio che ha sbaragliato ogni concorrente al mondo, fregiandosi di un titolo unico. “Io sono appassionato di olio da sempre – ha spiegato Alessandro Bravaccini – vado ad acquistarlo in giro per l’Italia, in Puglia, in Toscana, in Liguria. Mi piace assaggiare i vari tipi di olive, valorizzare le sfumature, e mi piace cucinare con oli diversi a seconda dei piatti. Del resto l’Italia è il Paese dell’olio per eccellenza”.
Ma di romagnolo, anzi di sampierano, non c’è solo il ristorante dove si potranno fare le degustazioni. Anche i creatori del nome, del logo, dell’etichetta e del marchio sono di origine sampierana. Si tratta di Andrea e Pier Paolo Cornieti dello studio di grafica creativa Empaty.it. Geniali, attenti e professionali, hanno saputo ricreare l’immagine e il brand giusto per veicolare la storia di un olio così nobile e pregiato. Nell’etichetta, infatti, hanno disegnato un ramoscello d’ulivo immerso in un calamaio pieno d’olio, a rammentare l’antico pennino con cui si scriveva. Una bella trovata che spiega, in parte, anche la storia del nome, dedicato a uno avo molto studioso della famiglia Malvetani, produttrice dell’olio vincitore.
“Messer Francesco”, infatti, è Francesco Malvetani che, laureatosi a Padova nel 1640 in medicina e filosofia fu anche un valente agronomo. Fu chiamato a Roma durante la peste del 1656 a consigliare e curare il Papa e i cardinali. Chissà, forse, in quell’occasione gli somministrò proprio un po’ dell’olio umbro che produceva la sua famiglia? Comunque sia sembra che, prima di tutti gli altri, Francesco avesse intuito l’importanza vitale dell’olio secoli prima che divenisse uno dei cardini della moderna dieta mediterranea. E ora il suo miracoloso olio è giunto fino a noi. Forse, dopo tutto, vale la pena provarlo.

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