Sei infelice? Cucinati un buon gazpacho…

February 7, 2019
in Category: Pasta&food
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Sei infelice? Cucinati un buon gazpacho…

Sei infelice? Cucinati un buon gazpacho…

L’infelicità dev’essere un sentimento provvisorio e funzionale alla vita, non un motivo ricorrente per spegnersi in brutti pensieri. Mentre l’infelice si crogiola nel passato, il felice sta con tutti e due i piedi nel presente, anzi sogna già il futuro. Il piatto da servire a un infelice è qualcosa che suoni come uno schiaffo in faccia. Non una sorpresa che lo risvegli dal triste torpore in cui si culla, ma che lo pungoli alla radice. Deve regalare la voglia di aprire gli occhi e offrire sensazioni vitali in gran quantità. All’infelice serve un bel gazpacho andaluso, zuppa fredda, servita con cubetti di ghiaccio. Il gazpacho è un piatto inaspettato, chi lo riceve a tavola senza conoscerlo lo rimanda indietro per farlo scaldare perché le zuppe solitamente vengono servite calde. Qui, invece, le verure vengono tritate a freddo. Non c’è tempo di cullarsi nei tempi lunghi della cottura, il gazpacho è online, uno, due, tre ed è pronto. Un misto di verdure che rappresentano la vita: la cipolla è il nostro mondo interiore, l’inconscio acquoso. Il cetriolo che nell’antichità simboleggiava perdizione e peccato, è un ortaggio completo: i semi all’interno sono la parte femminile, la croccantezza all’esterno la parte maschile.  Il pomodoro è moderno e sportivo, rappresenta l’intensità della vita quotidiana e la nostra volontà di stare al passo coi tempi. Il peperone verde, invece, è un ortaggio dalle tinte forte, un melodramma italiano. Ha un gusto pieno, con colpi di scena, gelosie, amori non corrisposti e perdono finale. Per completare la ricetta del gazpacho serve il pane raffermo ammorbidito in acqua per rendere cremoso il composto. Quel pane rappresenta il quotidiano vivere, la base su cui si stagliano gioie e dolori.

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